I ritmi come fonte di rigenerazione

Dr. Dirk Cysarz

Cosa caratterizza un ritmo.

Chi non conosce ciò: una situazione è stressante, emozionante, scottante e immediatamente, come conseguenza, si ha un batticuore.

Quando l’emozione è passata, con un profondo sospiro di sollievo, si può tornare alla quiete della vita.

Questo è un esempio evidente di come possono essere sperimentabili, in modo diretto, due preminenti funzioni ritmiche dell’organismo umano, che altrimenti non sono consapevoli nella nostra vita quotidiana.

Ma come sono caratterizzabili veramente i ritmi?

Da una precisa osservazione di entrambe le funzioni ritmiche si evidenzia che non sono assolutamente flessibili.

Nell’uomo sano nessun battito cardiaco è uguale all’altro. E anche il respiro è variabile. Per questo entrambe le funzioni si possono adattare a infinite condizioni differenti.

Si può avere una frequenza fissa, ma non nell’uomo sano, in seguito, per esempio, ad un infarto cardiaco.

E’ difficile immaginare come sarebbe se, per esempio, dovessimo respirare sempre con una frequenza fissa respiratoria: non ci sarebbe quasi tempo di parlare o di assumere cibo.

La rigidità della battuta caratterizza, in particolare, una situazione di malattia, che limita chiaramente le potenziali possibilità.

D’altra parte, anche i ritmi non sono completamente senza regola, qualora il cuore dovesse mostrare, per esempio, realmente sintomi di una potenziale irregolarità, questo è il caso della condizione di malattia.

Il ritmo sano del cuore si alterna tra questi due estremi: tra la rigidità, che si potrebbe denominare anche battuta e la completa perdita di regole, che non segue più alcun ritmo.

Con queste premesse, si comprende anche quando il ritmo potrebbe essere descritto astrattamente come ripetizione nel tempo di analoghe strutture ritmiche.

Il ritmo ha in sé elementi del passato; si ripete qualcosa che è già apparso. Il ritmo è pure aperto ad aspetti legati al futuro, perché la struttura precedente potrebbe essere variata e quindi incorporare nuovi aspetti, ma solo in una maniera ristretta, perché altrimenti il ritmo diventerebbe troppo irregolare.

Considerando questi due aspetti, è chiaro che il ritmo integra aspetti del passato e del futuro, nel presente.

Organismo umano e ritmo.

Un’analisi più accurata, rivela che le funzioni ritmiche possono essere trovate nell’intero organismo umano.

Nel cervello, l’interazione tra cellule nervose è rappresentata da ritmi molto veloci, che durano meno di un secondo.

Il ritmo del battito cardiaco e la respirazione risiedono nel torace.

I ritmi dei battiti sono nella scala di secondi per un ciclo completo.

I ritmi della digestione sono ancora più lenti, richiedono minuti e ore. Si possono trovare ritmi giornalieri o settimanali, per esempio quelli della rigenerazione fisica (vedasi i lavori di G. Mildebrandt).

Nell’ambito mediano, ciò che è intorno al battito cardiaco e al respiro, viene ricostruito durante il sonno notturno, un riordino della funzione ritmica.

Per esempio, il rapporto medio di 4:1, tra battito cardiaco e frequenza respiratoria, è la caratteristica della struttura di funzioni ritmiche. Come in un’orchestra, le singole funzioni si coordinano nell’organismo umano durante il sonno notturno. La presenza di questa struttura di funzioni ritmiche è prerequisito per gli effetti rilassanti e rigeneranti del sonno notturno.

Chiunque ha sperimentato che brevi interruzioni nel sonno notturno, possono portare ad intontimento il mattino successivo.

L’orchestra è sensibile persino ai più leggeri disturbi. Gli effetti rilassanti e rigeneranti sono ridotti, se brevi componenti aritmiche o interruzioni accadono durante il sonno notturno.

Apprendimento e ritmi

Un buon sonno non ha solo un significato per il sostegno del corpo e della sua rigenerazione, ma aiuta anche nell’apprendimento di nuove facoltà.

Se, per esempio, di giorno si è suonato uno strumento musicale, la notte seguente può portare ad un salto qualitativo degli esercizi; il giorno successivo l’esercizio potrebbe essere accompagnato da un inaspettato aumento di nuove capacità esecutive.

Ma per quanto buono possa essere stato il riposo notturno, senza effettuare esercitazioni il giorno successivo non vi sarebbero

miglioramenti, ovviamente.

Inoltre anche la perspicacia verso argomenti logici e matematici (in un più largo significato, l’apprendimento di nuove lingue), si potrebbe migliorare attraverso una buona notte di riposo, se tali argomenti fossero stati esercitati durante il giorno precedente. Gli argomenti non devono essere necessariamente compresi nella loro interezza. Se gli argomenti vengono ripresi il giorno seguente, le soluzioni potranno essere più facilmente raggiungibili.

Quindi, “dormici sopra” è un detto giustificato.

Come sostenere i ritmi nell’organismo umano

Di giorno le singole funzioni ritmiche possono essere utilizzate nelle diverse attività , in modo variabile.

Diversamente che nel sonno, non si può perciò portare a compimento il suddetto ordinamento delle funzioni ritmiche per essere utilizzato nell’organismo.

Come conseguenza, la struttura di funzioni ritmiche, con tutti i suoi benefici nell’organismo non appare; comunque parzialmente esercizi specifici possono essere utilizzati per sostenere aspetti della struttura delle funzioni ritmiche.

La lettura silenziosa di poesia stimola molto l’anima, mentre l’effetto sul corpo fisico è trascurabile.

Per esempio , un’analisi guidata della recitazione, rivela una forte sincronizzazione tra ritmo cardiaco e respirazione durante, appunto, la recitazione. Quindi la respirazione ha portato ad una forte modulazione del ritmo cardiaco similare ad alcune fasi del sonno durante il riposo notturno. Se questo genere di recita viene praticato diverse volte, il periodo di riposo che segue la recita mostra ancora effetti positivi sul ritmo cardiaco. La recita di versi in esametri offre benefici, poiché una riga di esametri consiste di 6 (esa) piedi (un piede è una unità basica di ritmo) solitamente dattili (i dattili consistono di una parte lunga e due corte).

La recitazione è avvenuta come segue. Il terapeuta e il soggetto hanno camminato lentamente allo stesso passo. La terapeuta ha recitato la prima riga di una parte di esametro, tratto dall’Odissea di Omero e il soggetto l’ha ascoltata. Successivamente il soggetto la recita alla stessa maniera. Se solo la metà di una riga di versi esametrici viene recitata e l’inspirazione richiede tanto tempo, quando un piede (unità ritmica base), la durata della recitazione impiega 4 piedi, o un ciclo respiratorio. Come risultato, il rapporto di durata della respirazione e la durata del ciclo respiratorio (4:1), viene percepito come piacevole.

Ci sono certamente alti tipi di versi. Molti di essi possono essere utilizzati per causare risultati specifici per quanto riguarda i ritmi cardiaci e respiratori.

Effettuando una recitazione terapeutica, in questa maniera, il corpo fisico e l’anima sono stimolati e coinvolti contemporaneamente.

Semplicemente leggendo poesie si stimolerebbe l’anima, ma risulterebbe trascurabile l’effetto sul corpo fisico. Al contrario, l’attività fisica senza lo stimolo dell’anima (per esempio la respirazione assistita dal metronomo), avrebbe un impatto sui ritmi cardiaci e respiratori. Ma questo genere di attività risulterebbe tediosa perché l’anima sarebbe trascurata.

La recitazione appropriata combina questi due aspetti. Come conseguenza, ritmi rigenerativi appaiono tra corpo e anima.