L’amore a quindici anni. Conferenza tenuta dal Dott. Gino Boriosi

Cos’è il Corpo senziente?

L’età che tutti i genitori temono è arrivata: quando abbia inizio, è definito da quel lasso di tempo che, scientificamente parlando, intercorre tra il cambio dei denti e il momento in cui non dobbiamo più ricorrere alle minacce per fargli lavare le orecchie. È in atto una grande metamorfosi. Infatti, come in primavera rosette di foglie striminzite si trasformano improvvisamente in piante dai fiori multicolori, allo stesso modo i nostri piccoli angeli diventano da un momento all’altro dei mostri sbraitanti e sboccati (adolescenti di sesso maschile) o vergini isteriche, sempre in bilico tra una crisi mistica e un esaurimento nervoso (sesso femminile).

Quando termini l’adolescenza, alle nostre latitudini nessuno può dirlo, essendosi ormai prolungato a dismisura il periodo di ulteriore convivenza coi genitori. Fonti informate estendono l’adolescenza fino alla soglia dei trent’anni. Noi però ci riferiremo agli esordi del fenomeno: la sessualità nei quindicenni.

Mi è stato chiesto di parlare della sessualità degli adolescenti, ma sarebbe più corretto parlare di amore, in questo caso, in quanto, a quest’età, l’impulso sessuale agisce soprattutto come motore di sentimenti e motivazioni ideali, piuttosto che come atto effettivo. Al sorgere dell’adolescenza, il giovane viene assalito bruscamente da due sentimenti contraddittori: la netta percezione di un mondo interiore così ricco e profondo da far male, ma pressoché impossibile da comunicare e il desiderio di farne parte a qualcuno. Da un lato, la sensazione della propria unicità, anzi diversità; dall’altro, il desiderio di assimilarsi agli altri, di omologarsi.

Come in primavera ogni pianta assume nuove forme e nuovi colori, così i nostri figlioletti si ricoprono di sonaglietti e lustrini, fettucce variopinte e ornamenti vari che rispondono ai colori del clan. Il fenomeno del tatuaggio e del piercing, che discuteremo più avanti, è un aspetto estremo di questa tendenza. Ma la caratteristica pregnante di questa età è il contrasto tra l’impulso ad isolarsi e il desiderio di unirsi a un essere ideale, che spesso non ha un volto o che può provvisoriamente assumere le sembianze di un divo del cinema o di un cantante rock. Quali sono le cause di questa contraddizione? Qual è il segreto della sessualità? Da dove origina?

Il maturare della sessualità dipende dall’azione dell’Io su di un particolarissimo organismo che l’Antroposofia chiama “corpo senziente”.

Noi sappiamo, dall’insegnamento di Rudolf Steiner, che, oltre al corpo fisico, esiste un organismo di forze vitali, che chiamiamo “corpo eterico”; consideriamo poi anche l’anima come organismo capace di configurare e strutturare ogni parte del nostro fisico e diamo all’anima, così intesa, il nome di “corpo astrale”. Come organismo superiore, consideriamo poi “l’organizzazione dell’Io”.

La straordinaria conseguenza che deriva da questa concezione è che l’essere umano non nasce come essere indipendente una volta sola, ma ogni organismo costitutivo viene a maturazione in tempi successivi. Quindi, alla nascita è soltanto il corpo fisico che si rende indipendente dall’organismo materno, mentre il corpo eterico si libera dalla sua connessione con la madre alla fine del primo settennio e, alla fine del secondo settennio, all’epoca della pubertà, si verifica un iniziale, drammatico distacco del corpo senziente, cioè di un lembo del corpo eterico, molto affine, per sua natura, all’astrale. Per poter comprendere meglio questo complesso fenomeno, dobbiamo considerarne le origini, così come ci vengono descritte da Rudolf Steiner.

Sappiamo che la terra non ha sempre avuto l’aspetto attuale, ma si è formata attraverso una lunghissima gestazione, che ha coinvolto la configurazione del suolo, la vegetazione, la fauna. A differenza dalle ipotesi correnti, l’Antroposofia considera l’uomo come origine di tutta l’evoluzione e non viceversa. L’uomo, dunque, è presente, anche se sotto un aspetto diverso da quello attuale, fin dall’inizio. Nell’epoca che noi chiamiamo antica Lemuria, la Terra è popolata di sauri e rettili vaganti tra foreste di felci gigantesche. In questo lunghissimo periodo tra il Triassico e il Giurassico, in cui si ripete l’evoluzione lunare, si manifesta l’evento della divisione dei sessi. Prima di questa fase l’uomo è un essere ermafrodito, dotato di grande vitalità, ma quasi totalmente privo della luce dell’Io: praticamente, un animale-pianta. Questo evento è collegato ad un cataclisma di enormi proporzioni:la Luna si stacca dal nucleo terrestre, al quale era legata fin dall’inizio dell’evoluzione e tutta la Terra incomincia gradualmente a indurirsi. Da una massa magmatica incandescente, si ha la formazione dell’elemento minerale solido.

Questo processo di maturazione della Terra si ripete, in un certo senso, ad ogni pubertà, con l’arrestarsi della crescita corporea e il progressivo indurirsi del sistema osseo e il drammatico, lontano evento della separazione dei sessi ( del quale il testo originale del Genesi parla in modo esplicito ) fa sì che ogni essere umano, dalla pubertà in poi, trascorra il resto dei suoi giorni a tentare di ricomporre l’unità perduta.

Sostanzialmente, il manifestarsi della pubertà nell’uomo è analogo al processo del fiorire della pianta. La formazione del fiore segna la transizione da uno stadio vegetativo ad un’evoluzione riproduttiva. La spinta vitale viene interrotta dall’emergere di una attività astrale estrinseca alla pianta, con lo sviluppo di funzioni orientate verso l’esterno e finalizzate alla creazione di una forma simile a quella originaria: ormoni, oli essenziali che, dialogando con l’ambiente, allontanano parassiti o attirano impollinatori. In questa fase la pianta si animalizza o meglio, svela la sua parentela morfologica e funzionale col mondo animale, come in questa orchidea, il cui labello è l’immagine dell’insetto impollinatore e la sua forma è talmente simile ad esso che Darwin, avendo incontrato una nuova Cattleja, aveva predetto che dovesse esistere una farfalla con certe dimensioni e caratteristiche, che fu effettivamente scoperta molto più tardi. Il fiore si animalizza fino a creare cavità come il carpello, che nella pianta vegetativa non esistono, o addirittura forme simili a organi sessuali, ma così facendo, estingue verso l’alto la sua forza vitale che sorge dalla radice, disperdendola in oli eterei o racchiudendola nel seme.

Come la pianta che fiorisce, il corpo senziente, che si sviluppa tra i 15 e i 21 anni, è un organismo di forze vitali che partecipa delle qualità del corpo eterico e del corpo astrale. L’anima non si è ancora resa del tutto indipendente, ma l’azione dell’Io la fa gradualmente evolvere, inserendola nella polarità delle forze del peso e di quelle della luce.

a) Forza di gravità – Il peso è determinante per l’emergere del menarca.

Come si può vedere dalla figura, gemelle di diversa massa corporea mostrano una pubertà tanto più precoce, quanto maggiore il peso. La gemella di sinistra pesa 40 chili, quella di destra, che pesa 65 chili, mostra segni più avanzati di maturità sessuale.

b) Luce – L’influenza della luce sulla pubertà è mediata dall’epifisi, una ghiandola che si trova al centro del cervello e che produce un ormone, chiamato melatonina. La melatonina viene secreta durante le ore di buio e regola l’attività gonadica, in modo che l’estro, ossia il complesso delle funzioni che conducono alla riproduzione, nel mondo animale avvenga nei periodi dell’anno più favorevoli alla sopravvivenza dei piccoli. Prima della pubertà, anche nell’organismo umano esistono alti livelli di melatonina, che precipitano a un minimo all’inizio della maturità sessuale.

Una simile influenza delle forze della luce e del peso sulla maturazione degli organi riproduttivi è osservabile ovviamente anche nei maschi. Questo processo presenta delle variazioni legate alle varie etnie, che si basano su fattori genetici e climatici (luce, calore, gravità terrestre). Ma possiamo immaginare che queste differenti modalità vengano scelte e preparate a lungo dall’essere che si incarna, attraverso le generazioni degli antenati.

La pubertà inizia prima negli individui che abitano in città ( più luce artificiale, più stimoli sensoriali ), più vicini all’equatore o in zone a bassa altitudine.

Sulla base di queste considerazioni si può dire che l’impulso che dà l’avvio alla maturità sessuale dipenda soprattutto dalla forza di gravità e dalla luce, dato che la sessualità non è altro in fondo, che il nostro rapporto con l’elemento terrestre: più stretto nei maschi, più cosmico nelle femmine. Questo differente carattere si manifesta con una maggior fisicità nei ragazzi, sia nell’atteggiamento psichico, sia nelle caratteristiche morfologiche, mentre le ragazze mostrano in generale una più precoce articolazione della psiche, un comportamento più riflessivo, che si riflette anche nella morfologia esteriore e nella gestualità.

Ma l’attività che l’Io esercita sull’organismo astrale conduce a una modificazione della forma corporea, che disorienta totalmente il ragazzo. Spesso questo viene vissuto dall’adolescente come un dramma individuale, con l’impulso a tornare alla forma infantile, presente in tutte le manifestazioni anoressiche, o il tentativo di riappropriarsi volontariamente di un processo che gli sfugge (piercing, tatuaggio). Entro certi limiti e con tutte le attenzioni del caso, è bene non demonizzare questi fenomeni, ma cercare di comprenderli. Posso capire che un genitore che si veda tornare a casa il figlioletto, tatuato come Braccio di ferro o con un anello sulla lingua, non possa far salti di gioia, ma è importante capire che questo fenomeno origina da una sorta di shock, per il fatto che l’adolescente non si riconosce più nel suo corpo. La sua anima ha traslocato in un edificio estraneo e, come in tutti i traslochi, l’impulso che ci coinvolge di primo acchito è quello di personalizzare ciò che abitiamo.

Non ne siete convinti ? Pensate allora ai miliardi spesi dagli adulti attempati in pratiche molto simili e a volte più dannose, come il lifting, le iniezioni di collagene o di tossina botulinica, la liposuzione e così via. Tutte queste pratiche originano dallo stesso sgomento di ritrovarsi in un corpo che non ci corrisponde più. Con questo non voglio certo incitare i ragazzi a ricoprirsi di tatuaggi, anche perché, come sottolineano benissimo gli “Articolo 31” in una loro famosa canzone, i tatuaggi rimangono indelebilmente a ricordarci qualcosa o qualcuno che non esiste più nella nostra vita. Ma l’essenziale in questo fenomeno è capire che noi tutti siamo fatti di peso e di leggerezza, di corporeità e di immagini e mai come in questo periodo dell’adolescenza le due cose non vanno d’accordo, mai come in questo periodo della vita è necessario aver cura di questo delicato rapporto.

Una trattazione a parte meriterebbe il fenomeno, quasi esclusivamente femminile, dell’anoressia: in esso vediamo l’impulso cosmico prendere il sopravvento sulla forma terrestre. L’ideale di leggerezza e di rifiuto di tutto ciò che è materiale può condurre all’autodistruzione.

Tra Cielo e Terra 

Gli impulsi del peso e della leggerezza agiscono continuamente nell’ uomo, poiché la gravità insegna al corpo l’adattamento alle condizioni terrestri, la leggerezza è la base del pensare, della vita spirituale. Gli antichi greci riferivano queste rispettive forze a Gea e Urano e Rudolf Steiner precisa che esse si manifestano, nella loro genesi, soprattutto nei primi due settenni. L’impulso celeste di Urano ha sede nella testa, mentre nel resto del corpo, l’azione di Gea domina le funzioni terrestri. Nel mito della creazione, narrato da Esiodo, Gea nasce per prima dal Caos, le fa seguito Eros, l’amore, e poi Gea crea Urano. Nel mito si rispecchia così la fisiologia dei primi due settenni.

Fino alla comparsa dei primi denti definitivi, dal corpo agiscono sulla testa le forze fisiche di Gea, per far sì che il capo, che proviene dalle esperienze spirituali dell’incarnazione precedente, possa adattarsi alle condizioni terrestri. Il plastico sviluppo del cervello da un lato e il progressivo erompere dei denti definitivi dall’altro, sono la conseguenza dell’azione di queste forze fisiche.

Nel secondo settennio, fino alla pubertà, le forze antigravitarie della testa portano luce, sviluppo psichico e fisico nel resto del corpo. Questa spinta antigravitaria, che corrisponde esattamente al settennio di sviluppo del corpo eterico, viene poi, come nella pianta, arrestata dal fiorire del corpo astrale. Come nel processo della fioritura si manifesta una sorta di contrasto tra le forze eteriche, vegetative della pianta e gli impulsi astrali esterni, allo stesso modo nell’uomo, a iniziare dal nono anno, si instaura una tensione polare tra le forze di crescita legate ai liquidi dell’organismo e gli impulsi dell’anima, i processi della coscienza, veicolati dall’aria. Si scatena una lotta tra i processi circolatori e la respirazione, cioè tra l’elemento liquido e quello aeriforme. Potremmo considerare oggi questa fase di sviluppo come uno stadio II di Tanner, con l’espandersi del torace, il primo abbozzo del seno e la comparsa dei primi peli pubici. Rudolf Steiner dice che è proprio questa lotta tra le forze dell’aria e dell’acqua che induce più tardi il processo della pubertà e che, nel II settennio, si liberano forze di crescita che in parte si trasformano in forze animiche.

Quindi, nel primo settennio dominano le forze fisiche del corpo, tutta la vita del bimbo è scandita da necessità organiche ; nel secondo settennio si risvegliano forze spirituali provenienti dai sensi, si attivano il pensiero logico e la memoria ; nel terzo settennio, la tensione tra questi due poli, metabolico e cefalico, crea una lotta che si svolge prevalentemente nel torace.

Nella tensione di queste due sorgenti di forza, una celeste ed una terrestre, sta il dramma dell’adolescenza, sempre in bilico, come in una sinfonia di Mahler, tra il sublime e il suo opposto.

Il corpo subisce quindi una metamorfosi ad opera delle forze dell’organismo aeriforme, cioè delle forze astrali dominate dall’Io. Il polmone si trasforma, dilatando la gabbia toracica, e tutto l’apparato ritmico assume un ruolo preponderante. La laringe si modifica, con il caratteristico mutare del timbro e del registro della voce. Non è possibile comprendere il significato di questa evoluzione degli organi del respiro, se non si capisce che ad essa sono collegate funzioni spirituali: attraverso il polmone noi assumiamo continuamente processi spirituali esterni, che risvegliano la nostra coscienza e nutrono il nostro corpo. Nella respirazione si manifestano le forze che gli antichi Egizi simboleggiavano con Iside e Osiride: la capacità del polmone di regolare il peso terrestre e l’attitudine della laringe di esprimere la propria interiorità. In questo modo, ogni essere maschile reca in sé una processualità femminile ( il polmone ) e ogni individuo femminile un’attività maschile, la laringe.

La trasformazione ormonale si fonda sulle strutture aromatiche di sostanze simili al colesterolo, chiamate steroidi, che prodotte dal testicolo, dall’ ovaio e dalla corticale del surrene, permettono un completo adattamento alle condizioni terrestri. Questi steroidi corticali e gonadici sono gli strumenti della maturazione terrestre, inducendo una mineralizzazione del corpo ed un aumento della massa muscolare: in questa evoluzione si verifica un affondare dell’etere di vita nei processi fisici del corpo.

Nell’azione degli steroidi si manifesta il frammentarsi dell’etere di vita in due funzioni, una fisica e l’altra animica. Una parte delle forze che sostenevano la crescita corporea viene ora spesa per i processi della vita interiore, come la memoria e l’attività di pensiero. Di conseguenza la crescita organica va arrestandosi. Noi sappiamo oggi, che gli steroidi, oltre ad avere un ruolo nella strutturazione dell’organismo, sono anche implicati nei processi di ideazione e di memorizzazione.

La parziale inibizione dell’etere di vita si manifesta in maniera significativa anche con un cambiamento dell’odore corporeo. Nella sintesi di questi steroidi si rivela ancora la nostra lontana origine dall’ermafrodito, in quanto in ognuno di noi vi è una produzione contemporanea di ormoni maschili e femminili (anche se in proporzioni diverse a seconda del sesso).

Ritorniamo allora al nostro mito. Gea, la Terra, ha creato Urano, la sua controimmagine spirituale: questi ogni notte si accoppia con lei, generando esseri divini che però segrega nelle profondità della terra. Gea allora farà evirare il suo sposo da Crono, uno dei suoi figli e dai testicoli del malcapitato Urano nascerà una schiera di creature, tra le quali anche i primi esseri umani. Inizia così la fisiologia spirituale dell’uomo, sempre in bilico tra processi terrestri e vita interiore. Attraverso i nostri sensi fisici noi accogliamo continuamente esseri spirituali che, sotto forma di pensieri, ricordi, immagini, affondiamo nella profondità del nostro corpo. Le forze con le quali concepiamo questa attività spirituale sono però le stesse della procreazione fisica.

Maturazione endocrina, legata alle forze astrali e spinta di crescita, fondata sull’impulso antigravitario del corpo eterico sono inversamente proporzionali, come si è visto per la pianta: di conseguenza, man mano che la maturazione sessuale giunge a termine, la crescita corporea si arresta e le sue forze si trasformano in parte in capacità di ideazione. Chiunque osservi l’intimità del proprio essere, può percepire le forze di luce attive nell’anima, inserite nel peso del corpo, “come una spada nel fodero”.

Le forze del peso e quelle della luce devono rimanere in equilibrio costante, senza compenetrarsi.

Per armonizzare il rapporto tra le due forze Rudolf Steiner ha dato a medici ed euritmisti un’immagine incredibilmente fruttuosa in terapia, nella meditazione “La luce fluisce verso l’alto (triangolo superiore), la gravità pesa verso il basso (triangolo inferiore).

La zona pelvico – addominale, individuata dai due triangoli è quella che unisce l’aspetto maschile dell’uomo (^ – d) a quello femminile (c – i), come in questa raffigurazione del Cristo cosmico. Da questa zona originano gli impulsi creativi non solo in senso riproduttivo, ma anche spirituale. La parola “estro”, infatti esprime entrambi i significati.

La caratteristica del corpo senziente è quella di produrre continuamente immagini e la tendenza, almeno nella prima metà del settennio è quella di vivere un amore soprattutto per immagini. Questa tendenza è accentuata oggi dall’uso delle nuove tecnologie di comunicazione, che fanno sorgere amori virtuali. Le chat lines, la posta elettronica, gli SMS hanno ormai soppiantato lettere e bigliettini. I messaggi che nelle storie di Goldoni univano due cuori, tramite un servitore complice, con i mille equivoci che suscitavano, sono stati soppiantati dalle comunicazioni che attraversano l’etere mediatico.

Le storie sono diverse, ma l’effetto è lo stesso: dentro ad un amore più immaginato che vissuto cresce la nostalgia e la ricerca di un ideale di vita, che caratterizza questo periodo. E qui sta il punto della questione, perché il vero nutrimento dell’anima sono gli ideali, ma dall’interno essi vengono percepiti in modo non razionale, ma emotivo, in un modo molto simile a come viene percepita la musica. La struttura spirituale del corpo senziente è infatti affine a quella di uno strumento musicale, capace di vibrare all’unisono con i suoni che l’anima accoglie in continuazione dal mondo spirituale. L’adolescente è particolarmente sensibile alla musica, proprio per questo fatto. Questo impulso irrazionale interiore deve potersi incontrare con la chiarezza degli impulsi che provengono dall’esterno: occorre da un lato fornire ai giovani ideali positivi ai quali possano aderire, dall’altro l’esercizio di uno strumento musicale è di grande aiuto per fornire un mezzo espressivo adatto a moderare e guidare le intemperanze dell’anima.

La rivoluzione sessuale del ’68

Le abitudini sessuali dei giovani sono radicalmente cambiate nel corso di pochi decenni. In tutta la prima metà del secolo passato e fino agli inizi degli anni sessanta, vigeva una sorta di contraddizione nella mentalità corrente, per cui era considerato positivo che i maschi avessero esperienze prematrimoniali, mentre per le femmine questo era un tabù assoluto. L’evidente contraddizione di questo atteggiamento condusse ad un progressivo dibattito sul tema, sottolineato anche dai film e dalla letteratura di quel periodo e al crollo di molte discriminazioni, nel corso della rivolta giovanile del ’68. In quel periodo la passione sociale, la protesta contro la guerra in Vietnam e l’autoritarismo negli atenei condusse all’occupazione delle università in tutto l’occidente. Ci si portava un sacco a pelo e una chitarra e si bivaccava nei grandi locali, elaborando vasti temi sociali e politici in interminabili assemblee. La partecipazione femminile non era altissima, ma quell’atmosfera di promiscuità e fratellanza fu sicuramente un evento nuovo. Si respirava il desiderio di sperimentare nuove forme di comportamento non determinate a priori dalla tradizione. Se prima, per le ragazze non era pensabile un’attività sessuale al di fuori di un rapporto di innamoramento, ora si voleva raggiungere la parità sociale anche sperimentando nuovi tipi di rapporti. Ricordo che, durante il periodo universitario, un gruppo di studentesse americane veniva periodicamente a Siena per uno stage culturale: noi eravamo positivamente stupiti dalla facilità con cui accettavano di uscire la sera, ma lo stupore più grande proveniva dal fatto che non si poteva quasi stabilire un rapporto di “coppia fissa”, dato che queste fanciulle del ’68 volevano tornare in patria con una gamma di esperienze più vasta possibile, maschi inclusi !

Prima del ’68, un’esigua percentuale di giovani intorno ai 18 anni aveva avuto esperienze sessuali, all’incirca il 20% dei maschi e il 10% delle femmine. I paesi del nord, in cui l’influenza cattolica non poteva incidere sui costumi sessuali, erano visti come una sorta di miraggio. Il viaggio in Svezia era come una sorta di rara iniziazione per pochi privilegiati. Nell’Europa mediterranea il sesso era ancora strettamente legato alla famiglia e alla riproduzione. La disponibilità di mezzi contraccettivi e il nuovo orientamento paritetico tra i sessi rese liberi i rapporti al punto che la maggior parte degli adolescenti, tra gli anni ’70 e gli anni ’80 perdeva la verginità prima della conclusione della licenza liceale. Dagli anni ’80 in poi, la percentuale di diciottenni sessualmente attivi è scesa, stabilizzandosi attorno al 60%. Sicuramente, il timore di malattie come l’HIV e una ripresa degli impulsi religiosi hanno giocato un ruolo determinante, ma è anche probabile che questa situazione costituisca il giusto mezzo raggiunto tra due estremi.

I problemi da affrontare

Sostenere il tortuoso e difficile cammino di un adolescente, dalla parte del genitore o dell’educatore, vuol dire avventurarsi, spesso senza molti punti di riferimento, nel mondo dell’anima. Platone, nel Timeo, presenta l’anima come una scala musicale in grado di conformare continuamente il corpo tramite i suoi suoni. L’anima ha una nascita estremamente complessa, che abbraccia tre settenni ; il corpo senziente origina dal corpo eterico e ne deriva tutti i processi corporei: è fortemente ancorato alle secrezioni ghiandolari e alla fisiologia ormonale e non si libera di notte assieme al corpo astrale, ma resta strettamente connesso all’eterico. Tuttavia, il germe dell’organismo astrale, l’anima senziente, è già infissa dentro il corpo senziente ” come una spada nella sua guaina”. Proiettato dunque verso il settennio successivo, l’adolescente è sempre fortemente ancorato in quello precedente e lotta in questa tensione, per nascere come anima indipendente.

La nascita di un organismo astrale indipendente da quello della madre, come tutti i parti, non può avvenire in modo indolore. Da un lato, l’adolescente sente che deve prendere le distanze dall’anima materna ( che, per ovvi motivi, include anche quella paterna ), dall’altro, ha paura di questa separazione. Si verifica allora ciò che avviene per il serpente che crescendo, va incontro alla muta: esce dal vecchio involucro, ma poi tenta di mangiarselo.

L’adolescente è afferrato da un impulso cannibalico di distruzione nei confronti del genitore dello stesso sesso. Mi rendo conto della crudezza della immagine, ma è letteralmente così e il fatto di sapere come stanno le cose può contribuire grandemente a migliorare i rapporti tra le due generazioni, poiché, sotto un certo aspetto, il genitore si deve saper porre come vittima sacrificale. L’adolescente in questo periodo diventa irrispettoso e invadente, ma occorre sapere che si tratta solo di una fase transitoria, che va affrontata con molta pazienza.

Del resto, la psicanalisi classica parla giustamente di complesso di Edipo o, rispettivamente di Elettra. Edipo è figlio di Laio, re di Tebe e di Giocasta. Un destino tragico fa sì che egli venga allevato lontano dalla corte tebana e, tornato in patria, uccida il padre e sposi la madre. Edipo ovviamente non è consapevole della sua discendenza e inoltre, si presenta a Tebe come un benefattore, avendo liberato la città dalla Sfinge, ma proprio per questo, finisce per impersonare il simbolo del distacco dalla tradizione e dalla linea generazionale.

Elettra è figlia di Agamennone, il re degli Achei, e di Clitennestra. Quando il padre torna in patria, reduce dal conflitto coi troiani, Clitennestra, assieme al suo amante, Egisto, lo uccide. Elettra, spinta dall’amore verso il genitore, ucciderà la madre e il suo amante, con la complicità del fratello Oreste.

Non possiamo purtroppo soffermarci sui due miti, pregni entrambi di significati, ma l’essenziale è questo distacco, a volte violento, dalla tradizione e dalla linea generazionale, che si fa sempre più acuto, quanto più ci si avvicina al primo nodo lunare ( intorno ai 18 anni ) e che ha la sua controimmagine nella crisi del secondo nodo lunare ( intorno ai 36 anni ). In corrispondenza di questi due nodi avvengono i maggiori cambiamenti del nostro essere.

Il giovane, nella fase dell’adolescenza, incomincia ad affrontare la società esterna e per far questo deve allentare i vincoli con la famiglia. L’orientamento sessuale è il motore di questa evoluzione e il genitore deve comprenderlo bene, se vuole evitare molti errori. È necessario in primo luogo stabilire progressivamente un rapporto da persona a persona col proprio figlio: quel pizzico di autoritarismo che andava bene prima deve lasciare il posto ad una relazione basata sempre più sulla reciproca comprensione e sul reciproco rispetto. Questo non significa abbandonare totalmente l’esercizio della patria potestà, ma piuttosto, sapersi immedesimare, comprendere i problemi che sorgono dal punto di vista dell’adolescente. Recenti studi sull’argomento hanno messo in luce il fatto che l’influenza che il genitore esercita sul comportamento sessuale dei figli deriva più dal suo modo d’agire che dalle sue parole. Ad esempio, nelle famiglie in cui è presente un solo genitore è più facile che i figli abbiano esperienze sessuali più precoci. Altrettanto avviene in famiglie in cui i genitori, pur vivendo sotto lo stesso tetto, conducano di fatto vite totalmente separate. I genitori rappresentano un modello di comportamento al quale i figli si ispirano per la soluzione di qualsiasi problema, anche se apparentemente possono porsi in contrapposizione. Se è evidente che un’educazione troppo permissiva possa indurre i figli ad affrontare le prime esperienze prima di altri coetanei, è vero d’altra parte che anche un’impostazione pedagogica autoritaria lascia il figlio abbandonato a se stesso di fronte alle contraddizioni e ai dilemmi della vita.

Uno dei principali problemi da affrontare è proprio quello della sessualità. La pelvi non è solo la sede anatomica degli organi riproduttivi, ma anche un inesauribile contenitore di immaginazione e creatività e ogni educazione repressiva, che non tenga conto dell’importanza della sperimentazione e delle fantasie, rischia di sterilizzare precocemente la capacità inventiva e il talento sociale dell’adolescente. Difficilmente il ragazzo riceve dal suo ambiente le informazioni di cui necessita, anzi spesso le riceve in modo errato o carente.

L’esempio più evidente di ciò è quello della prevenzione delle malattie veneree. Da diverse fonti autorevoli ( soprattutto religiose ) viene indicata l’astinenza come mezzo preventivo ed è evidente che questo allontana i giovani dalla comprensione del problema e può addirittura allontanarlo dalla religione. L’estremo opposto ci giunge da un’incredibile notizia pubblicata dai quotidiani il mese scorso: il Ministero britannico della sanità, preoccupato per l’alta percentuale di aborti giovanili ( 17 ragazze su mille, tra i 14 e i 19 anni ! ) propone il sesso orale come metodo contraccettivo !

È evidente che uno dei primi ruoli del genitore debba essere quello di fornire una attendibile informazione sui mezzi contraccettivi e sui possibili rischi derivanti dal fatto di non usarli. Un altro argomento che andrebbe affrontato è quello del differente orientamento psico-fisico dei due sessi. L’ignoranza delle diversità fisiologiche rende i rapporti fisici piuttosto complessi e questo problema si protrae spesso in età adulta, con gravi ripercussioni sul rapporto di coppia. Si tende a non parlare dell’argomento, ritenendo che tutto debba seguire la più assoluta spontaneità.

Anche la scuola esercita un ruolo importante nell’orientamento dei ragazzi, ma spesso le lezioni di educazione sessuale hanno un’impostazione scientifica che fornisce poche indicazioni pratiche e inoltre, raramente un ragazzo si rivolge all’insegnante per i problemi riguardanti la sua vita sessuale. Sia la scuola, che i genitori dovrebbero insegnare agli adolescenti un senso religioso della vita ( non necessariamente confessionale, ma ispirato alla devozione e al rispetto per il mondo ) e trasmettere impulsi sociali positivi di attenzione e solidarietà verso il prossimo. Se si pensa che ciò non abbia conseguenze sui comportamenti sessuali, si rifletta a tutta la violenza e il falso erotismo che i ragazzi assorbono dai film e dai videoclip musicali. Questi messaggi finiscono per fornire una visione distorta del sesso come rapina ed evasione e non come una via di conoscenza dell’altro.

L’omosessualità

Come si è visto più sopra, la maturazione sessuale è legata, tra luce e peso, allo sviluppo di un nuovo rapporto con la terra. Più incarnati, più terrestri i maschi, più cosmiche le femmine. Sotto questa luce si può comprendere meglio l’omosessualità, come un processo di incarnazione che si situa tra questi opposti. Come vedremo subito, considerare l’omosessualità come una patologia conduce a tragici errori medici e pedagogici oltre che sociali. Il rifiuto di questo orientamento sessuale dipende da fattori ideologici e culturali che subiscono continue mutazioni nel corso del tempo. Platone, ad esempio, nel Simposio, racconta l’origine della divisione dei sessi da un primigenio essere ermafrodito e sottolinea la superiorità delle unioni omosessuali.

Il vero grande dramma dell’omosessualità è costituito dai pregiudizi che la società nutre nei suoi confronti. Nell’Inghilterra del ‘500, i rapporti omosessuali potevano essere puniti con la pena di morte. Questa ingiusta incomprensione del problema pesa ancora sulle leggi di alcuni paesi islamici. I primi tre quarti del ‘900 sono stati caratterizzati dal tentativo di curare l’omosessualità a vari livelli, come se si trattasse di una malattia. Castrazione, vasectomia e persino elettroshock, senza parlare di maldestri tentativi di somministrazioni ormonali sono stati impiegati fino agli anni ’60 per cercare di sradicare quella che veniva considerata una tendenza patologica.

Nell’ambito della terapia psicanalitica si invocarono presunte cause come i conflitti col padre o la presenza di una madre iperprotettiva, finché, nel 1973, l’Associazione degli psichiatri americani decise di togliere l’omosessualità dal Registro delle malattie psichiatriche. Allo stato attuale delle cose, gli psicanalisti tendono a curare i loro pazienti gay più per i danni prodotti dal rifiuto della società nei loro confronti che per trasformarli in eterosessuali. Vi è un consenso generale sul fatto di considerare l’omosessualità una variante non patologica della sessualità umana.

Non esistono studi decisivi su questo orientamento sessuale e le scarse ricerche esistenti riguardano quasi esclusivamente gli omosessuali maschi. Tuttavia l’origine genetica sembra provata dal fatto che nei gemelli monozigoti ( cioè uguali ) la concordanza dell’orientamento sessuale è quasi pari al 100%, mentre è assolutamente uguale alla norma nei dizigoti ( cioè nei gemelli differenti ). Comunque sia, l’orientamento omosessuale è presente fin dalla nascita , anche se si manifesterà più tardi e deve essere accolto come tale da genitori, pedagoghi e medici, se si vuole inserire il giovane in modo armonico nella società. Il patologico emerge solo nella discriminazione, nel tentativo di voler ricondurre alla ” normalità”.

Le turbe del comportamento alimentare

Sono l’altra faccia della sessualità: anche anatomicamente il centro bulbare che regola la fame è contiguo a quello che influisce sugli impulsi sessuali.

L’anoressia si presenta come una totale negazione del sesso. Le forze di luce prendono il sopravvento sulla corporeità. Nonostante la crescente debolezza fisica, il rendimento scolastico è ai massimi livelli e si attiva una intensissima coscienza dei rapporti familiari, che può condurre a complessi di colpa o ad un vissuto eccessivamente intenso di ogni problema. Nelle ragazze (l’anoressia colpisce soprattutto le femmine) cessano le mestruazioni e i caratteri sessuali secondari regrediscono, emergendo un caratteristico aspetto efebico e trasparente. Ogni incauto tentativo da parte dei genitori di controllare il peso o peggio, di insistere sull’alimentazione deve essere evitato, in quanto il problema non è corporeo, ma è insito in quello che più sopra abbiamo chiamato organismo di luce: ciò che deve essere trasformato è l’immagine che l’adolescente porta in sé della propria corporeità.

La bulimia è la compulsione a ingurgitare quantità incredibili di cibo ed è un disturbo che può far seguito ad una fase anoressica, ma, più frequentemente, sostituisce il sesso. Mentre è raro che l’anoressia si estenda oltre il periodo della pubertà, la bulimia colpisce soprattutto adulti, nella piena maturità sessuale e può essere causato dalla mancanza di un soddisfacente rapporto affettivo.

Le malattie a trasmissione sessuale

Fino agli anni ’70 le principali affezioni contratte sessualmente erano la sifilide e la blenorragia, ma negli ultimi vent’anni il panorama è totalmente mutato. È molto tempo che non mi capita più di vedere queste patologie, mentre sempre più frequenti sono le infezioni da papillomavirus, da clamidia, da herpes genitale, da virus dell’epatite e, purtroppo, da HIV.

Papillomavirus – È un virus che si trasmette attraverso contatti intimi e colpisce pelle e mucose ; induce la formazione di particolari verruche dette condilomi acuminati. Da 20 anni a questa parte è in costante aumento nei giovani. Può provocare uretriti nei maschi e vaginiti nelle femmine, manifestandosi con secrezioni giallastre e bruciore, ma l’infezione in molti casi può decorrere asintomatica. Recentemente è stata segnalata una correlazione tra questa infezione e il carcinoma della portio. Può essere diagnosticata tramite uno striscio vaginale.

Clamidia – È una particolare infezione batterica che si sta diffondendo sempre di più tra gli adolescenti. Può causare infiammazioni del testicolo o della tuba, che possono condurre a sterilità. L’infezione può essere individuata tramite la ricerca di anticorpi nel sangue.

HIV – Fino a pochi anni fa il virus colpiva prevalentemente gli omosessuali e i politrasfusi. Oggi la categoria a rischio emergente è proprio quella degli adolescenti.

Tutte queste malattie potrebbero essere prevenute dall’uso del profilattico in lattice. Perché viene usato scarsamente dagli adolescenti?

La causa principale è la carenza di informazione. La scuola e i media non forniscono ancora un’istruzione capillare e precisa sull’argomento. Persiste soprattutto la convinzione che i rapporti stabili, con partners conosciuti, non possano essere a rischio. Ma le statistiche più recenti dicono che il 20% dei pazienti affetti da AIDS (la forma sintomatica dell’infezione da HIV) ha un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, il che vuol dire che l’infezione, che ha un periodo di latenza sintomatica di 8 – 10 anni, in questi casi è stata contratta prima dei 20 anni.

Conclusione

L’adolescenza è una difficile fase di transizione, in cui la lotta tra i processi del corpo e le funzioni spirituali si radicalizza. Una cosa sulla quale non si riflette mai è che esiste una parte della nostra anima che permane in quello stato precario, ispirato e sofferente. Questo può risultare ovvio, se si pensa che il corpo senziente, questo organismo sensibile alla musica e agli alti ideali, pronto ad innamorarsi ogni giorno, è sempre attivo in noi. Nella capacità di riconnetterci continuamente a questa parte più nobile e contraddittoria del nostro essere sta la possibilità di capire gli adolescenti, di aiutarli a far sì che l’impulso d’amore che li anima non venga deviato proprio dal mondo degli adulti.

L’amore a 15 anni guarda sempre oltre la contingenza del mondo fisico, si nutre di bellezza, di poesia, di fiducia. Per questo, il più grande sostegno che noi possiamo fornire ai nostri ragazzi è il dialogo aperto e alla pari e l’educazione ai valori sociali, estetici e spirituali.