Un progetto nella scuola Rudolf Steiner di Münchenstein: il passaggio dall’asilo alla prima classe

di Aline Baur

 

– Come configuro un passaggio dall’asilo alla scuola, che sia consono ai bambini?

– Quale movimento si richiede, affinché i bambini trovino calma interiore ed equilibrio?

– Qual è la forma di insegnamento che, mediante l’attività in comune, sviluppi qualità sociali?

– Attraverso quali mezzi può evolvere l’esperienza sensoria, affinché la salute fisica e corporea possa svilupparsi?

Queste e altre domande simili possono accompagnare una o un insegnante di prima classe al suo esordio, se riflette sui bisogni specifici dei bambini di oggi, come pure sulle particolari esigenze della società moderna.

Il passo che i nostri bambini hanno da superare quando iniziano la scuola, passando dall’asilo alla prima classe, è più grande e incisivo di quanto siamo soliti ammettere. In asilo, fra le altre cose, si tratta di configurare l’ambiente e la mattinata in modo che, attraverso offerte di diverso genere, si possa andare incontro ad ogni bambino. “Soltanto” nel girotondo in comune, per un breve arco di tempo, viene portato ai bambini ciò che ora impegna tutti, per scioglierlo però subito di nuovo in un agire individuale. Per contro, le richieste che vengono poste a un bambino di prima classe appaiono un poco diverse: mediante elementi ritmici e musicali, il bambino viene indirizzato a una meta. Dovrebbe essere pronto a confrontarsi proprio con ciò che viene richiesto. Magari si tratta di ascoltare, oppure di dare un piccolo contributo individuale, rispondere, o riflettere in silenzio. Soltanto quando l’insegnante ha disposto che si aprano i quaderni, si può dipingere o scrivere. In breve: i bambini devono rendersi conto di ciò che ci si aspetta da loro. Inoltre non v’è mai un angolino di gioco in cui potersi ritirare!

Il bambino dovrebbe potersi conquistare nel corso dello sviluppo pre-scolare i presupposti necessari per una mattinata di scuola.

In virtù degli attuali rapporti sociali e delle influenze che l’ambiente esercita sui bambini, le facoltà necessarie tuttavia non sono più naturalmente a disposizione. A consentire al bambino esperienza e rapporto sono anzitutto le percezioni sensorie. Qui si tratta dello sviluppo di quei sensi che sono rivolti all’attività corporea. Essi sono: il senso del tatto, il senso dell’equilibrio, il senso del movimento, che trasmette una coscienza dei movimenti del proprio corpo, e il senso della vita, ossia il “senso del benessere”.

Diversi autori hanno menzionato come, proprio uno sviluppo sano di tali sensi abbia una stretta connessione con le facoltà linguistiche e matematiche. Quale forma dare all’insegnamento, quale ambiente creare e quale struttura dare alle lezioni? E ancora, si può essere all’altezza delle esigenze, sempre più spiccate, della maturazione dei sensi dei nostri bambini agli inizi del loro percorso scolastico?

Dalla scuola di Pär Ahlbom, in Svezia proviene un impulso che è stato accolto dapprima dalla Scuola Waldorf di Bochum e poi da altre scuole tedesche. Il moderno “Concetto di Bochum, si chiama “Aule di classe animate” e dal 1998 si è affermato con successo in diversi Paesi.

Chi ha già avuto occasione di dare un’occhiata nell’aula di prima classe della nostra scuola, come prima cosa sicuramente avverte la mancanza della cattedra. Ci sono soltanto panche di legno su cui sedersi, generalmente poste in cerchio. Si scoprono inoltre cuscini gialli, sui quali pure ci si può sedere e molti piccoli tappeti. Alla parete di fondo si trova il guardaroba dei bambini e accanto ad esso c’è anche posto per deporvi lo zainetto di scuola. Con lo spazio che ci rimane al centro dell’aula, possiamo fare molte cose: dietro, sotto, sopra e davanti alle panche si sperimentano la lingua e il ritmo. Si può costruire, dondolare e fare giochi di movimento. La conversazione di classe, seduti in cerchio, può diventare un momento molto intenso del raccontare e del reciproco ascoltare. Possiamo meglio considerare a vicenda e discutere ciò che abbiamo elaborato. Inoltre lo spazio interno del cerchio offre molto posto per sperimentare sul proprio corpo le forme, le lettere dell’alfabeto e i numeri. Se invece si tratta di disegnare, scrivere, o fare le operazioni aritmetiche nel quaderno, le panche diventano allora tavoli, dietro le quali i bambini, stando seduti o in ginocchio sui cuscini, possono lavorare in assoluta tranquillità. Dopo la pausa rimettiamo le nostre panche in un cerchio, ma ora ci sediamo dietro di esse, sui cuscini e sui tappeti. In questo comodo cerchio distribuiamo e mangiamo ciò che è stato preparato per tutti come merenda. In modo molto naturale i bambini si tranquillizzano. Dopo avere riordinato, riprendiamo con la seconda parte della lezione, che prevede l’elemento ritmico-musicale e una lingua straniera. In chiusura della mattinata ci si può stendere sulle panche o sui tappeti, e posare la testa sul cuscino. Ora ascoltiamo la narrazione di una storia. La nostra attività esteriore può così diventare vivacità interiore.

Nel modo sopra descritto si è dunque strutturata la mattinata nella nostra scuola nell’arco di un intero trimestre. Molto altro ci sarebbe, di sensato e di possibile, che si potrebbe fare. Con una certa mobilità ci si può così adeguare ai bisogni dei bambini e alle esigenze dell’apprendimento. Il piano di studi rimane lo stesso della nostra scuola e naturalmente rimangono invariati gli impulsi fondamentali della pedagogia. Ogni giorno si sperimenta come le domande, poste all’inizio delle presenti esposizioni, trovino risposta mediante le nuove forme di insegnamento rese possibili dalle “Aule di classe mobili”. Si tratta di possibilità per stimolare il bambino là dove oggi, sempre più, si rende necessario.